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Racconti del birraioRajah, la nostra mitica IPA

24 Aprile 2024

Enrico il birraio racconta come è nata la nostra IPA

Era il lontano settembre 2008, avevamo passato l’estate in compagnia di Kid Rock e la sua All Summer Long che ci aveva già un po’ rotto le scatole. Anteprima-Racconti-del-birraio-come-e-nata-la-nostra-IPALe foglie degli alberi avevano iniziato ad ingiallirsi e noi eravamo passati ad ascoltare qualcosa di meglio: Jigsaw Falling Into Place dei Radiohead. Su queste note io e Roberto, amico di sempre e soprattutto di birra, ci siamo cimentati nella produzione di una Indian Pale Ale.

Da qualche mese era tornato Jess, il compagno americano di una nostra amica di infanzia e grande appassionato di birra. Da uno dei tanti viaggi di rientro dall’America, ci aveva portato dei luppoli che in Italia non arrivavano.

Mossi da una voglia di provarli abbiamo deciso di brassare, come si dice in gergo, una IPA. Ci è piaciuta così tanto che a dicembre 2008 l’abbiamo presentata al Concorso XMAS ospitato da Birrificio Italiano. Con grande soddisfazione si è aggiudicata la medaglia di bronzo! Il premio era un buono offerto da Mr. Malt: il caso ha poi voluto che diventasse fornitore di materie prime del birrificio attuale.

Ma torniamo a noi: approvati i luppoli, vinto il concorso, la ricetta rimase chiusa per diversi anni nel mio quadernino delle ricette di Lupo Alberto dei Senza Benza. Nel 2013, dopo ormai un anno di apertura del birrificio a San Giovanni in Persiceto, sull’onda dell’entusiasmo dei clienti che chiedevano birre IPA, ho deciso di rispolverare e rivisitare la ricetta di quel vecchio concorso del 2008. Ho invitato al birrificio diversi degustatori e appassionati della scena brassicola bolognese per presentargli le tre varianti che avevo preparato: è lì che abbiamo scelto la birra che più ci piaceva e che è diventata la nostra Rajah.

 

 

Il lungo viaggio della Rajah

Il nome della nostra IPA deriva da un richiamo all’India: nel XIX secolo le birre partivano dall’Inghilterra, circumnavigavano il continente africano per approdare infine alle colonie inglesi nelle Indie. Per potersi conservare durante la traversata venivano luppolate in maniera massiccia: da qui il loro spiccato sapore amaro ma anche i profumi abbastanza intensi.Tondo spina Rajah

La Rajah è una birra ambrata con un potpourri di aromi intensi che richiamano l’ananas, il mango, il litchi e con una nota di resina quasi balsamica. L’ingresso ha richiami di biscotto, caramello e miele che danno il bilanciamento ottimale per l’amaro che arriva sul finale della bevuta e rimane durevole in bocca.

La produzione delle birre Vecchia Orsa si contraddistingue per l’attenzione riservata all’inclusione e alla valorizzazione di ogni singola persona. I colleghi con disabilità partecipano infatti attivamente a tutte le fasi produttive trasformando il lavoro in opportunità di autonomia e realizzazione.

Illustrazioni: Eva Ciarlantini e Andrea Niccolai
Articolo a cura di Sara Arlati tratto dalla storia vera di Enrico Govoni

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